Passa ai contenuti principali

Lezione 7 - percorsi tematici in poesia: la gelosia.

Frutto di un impulso irresistibile della mente umana, forse retaggio della nostra natura primitiva, in ogni caso belva tremenda dura a domarsi. Pertanto che cosa accade quando la gelosia si impossessa dell’amante? Quali meccanismi portano l’uomo molto spesso, in nome di questa forza istintiva, a valicare il limite sottilissimo che separa la razionalità da tutto ciò che è estraneo alla ragione? Questi versi traducono molto bene l’emozione in un linguaggio semplice e chiaro. Chi ci parla è la poetessa dell’amore per antonomasia, Saffo, capostipite di una poesia destinata a influenzare la letteratura di tutti i tempi. 



A me pare uguale agli dei

chi a te vicino così dolce

suono scolta mentre tu parli

e ridi amorosamente. Subito a me

il cuore si agita nel petto

solo che appena ti veda, e la voce

si perde sulla lingua inerte.

Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,

e ho buio negli occhi e il rombo

del sangue alle orecchie.

E tutta in sudore tremante

come erba patita scoloro:

e morte non pare lontana

a e rapita di mente.


Saffo- traduzione di S. Quasimodo



L’ “Ode alla gelosia” infatti, nella limpida ma nel contempo bellissima traduzione di Salvatore Quasimodo, ci presenta una scena tipica, motrice di una gelosia che travalica il razionale e assume connotati fisici forti. Una donna vede una scena di affinità intima tra un uomo, di cui sottolinea la conseguente felicità “divina”, e l’amata che parla e ride. Subito la mente di chi guarda, esclusa dalla complicità amorosa, è annebbiata da un corrosivo sentimento, dalla accecante gelosia. Immediatamente lo stato d’animo provato si trasferisce su un piano concreto, si tramuta in atteggiamenti fisici definiti. Diventa fuoco sottile sulla pelle, buio negli occhi, rombo del sangue nelle orecchie. E ancora, di conseguenza, sudore e tremolio, colorito pallido. L’unica soluzione possibile per lei ingelosita, non più controllabile, è la morte. Un quadro realistico si prospetta per chi legge. Inevitabilmente ci si riconosce nell’atteggiamento naturale, benché ferino, di questa fanciulla. Del resto Saffo sa mettere in evidenza lucidamente la contraddizione insita nel sentimento amoroso, il conflitto per certi versi insanabile tra tenera emozione e passione straziante. Certo è che un pizzico di gelosia a detta dei più, quasi come una medicina somministrata in dosi giuste, nel complesso di una relazione assurge a condizione indispensabile perché un amore possa ritenersi autentico. E allora anche se spesso disdegnata, nonostante i buoni propositi, questa forza irrazionale sembra essere imprescindibile, ancor più probabilmente in noi italiani, dall’indole sanguigna. 


Lei
di Fernanda Romagnoli

Lei non ha colpa se è bella, 
se la luce accorre al suo volto, 
se il suo passo è disciolto
come una riva estiva,
se ride come si sgrana una collana.
Lo so. Lei non ha colpa
del suo miele pungente di fanciulla,
della sua grazia assorta
che in sè non chiude nulla. 
Se tu l'ami, lei non ha colpa. 
Ma io - la vorrei morta.

che ne dite di 

Commenti

Post popolari in questo blog

Cosa vuol dire: "Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus"

La soluzione, la dà lo stesso Umberto Eco nelle "Postille a Il nome della rosa ": «Bernardo varia sul tema dell' ubi sunt (da cui poi il mais où sont les neiges d'antan di François Villon ) salvo che Bernardo aggiunge al topos corrente (i grandi di un tempo, le città famose, le belle principesse, tutto svanisce nel nulla) l'idea che di tutte queste cose scomparse ci rimangono puri nomi». Quella di Eco è una spiegazione volutamente sintetica e alla fine si ha l'impressione di non aver capito bene il senso delle ultime parole di Adso. La soluzione, ovviamente la troviamo anche su wikipedia , ma è una soluzione troppo dettagliata e tecnica e alla fine si ha l'impressione di non aver capito niente delle senso delle parole di Adso. In questi casi la cosa migliore da fare è controllare la fonte. Pazienza se è in latino. Caesar et nudus es et prope nullus es; O ferus ille! Nunc ubi Marius atque Fabricius, inscius auri? Mors ubi nobilis et mem

Testo argomentativo sul Decameron

"“ Il Decameron fissa un livello stilistico tale per cui le novelle, ossia racconti realistici, diventano un puro intrattenimento, degno di un pubblico di aristocratici e di uomini colti" Composizione guidata: La tesi di Auerbach afferma due cose: che il Decameron era apprezzato da un pubblico colto e che per la prima volta un pubblico colto apprezzava il genere della novella (che è l’antesignana dei moderni romanzi). Per validare la tesi, in questo saggio ci si concentra su tre argomenti: 1) Lo stile 2) I narratari 3) L’atmosfera della cornice 1.1 Riguardo al livello stilistico si può dire che il Decameron è..: 1.2 Lo stile di Boccaccio è…… (si parla delle simmetrie nella struttura, ordine delle parole della frase… i periodi e si fanno esempi) 1.3 Il ruolo della prosa nel Trecento… (Era per specialisti. Fare esempi di opere in prosa: de Vulgari eloquentia, prosa scientifica o teologica in latino vista all’inizio dell’anno, libri di Stor

Dante nella “Commedia”: doppio ruolo, duplice scopo

Il testimone/autore che ha “visto”, “compreso” e rende lode e il pellegrino/personaggio che indica la “strada” percorrendola insieme al lettore. di Claudio Mengarelli  Nel periodo che segue la morte di Beatrice, Dante ha un “profondo smarrimento” che lo porta a riflettere sul senso della vita. Utilizza, quindi, la figura retorica dell’allegoria, con la quale un concetto viene evidenziato attraverso un'immagine che ne “sintetizza/illustra” il senso, per produrre un'opera in cui esprime le sue idee le sue riflessioni e la sua visione del mondo. Visualizza tutto questo come un viaggio di sette giorni, attraverso i tre Regni metafisici, a cui si rifà la teologia Cristiana, per inquadrare la vita ultraterrena, in attesa del Giudizio Universale: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Il suo è un viaggio di salvezza che conduce dall’oscurità alla luce, dallo smarrimento (la selva oscura), alla comprensione degli errori compiuti, dal male al bene, dalla bestialità dell’uomo (l