Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2011

Paolo e Francesca oggi

qui c'è una discussione che mi sembra interessante http://www.facebook.com/topic.php?uid=2220184372&topic=6431 questo articolo del giornalino del Liceo Segre rielabora la storia di Francesca e lo usa come spunto per parlare della vita di oggi "l'amore al tempo del liceo"

KALENDA MAYA – RIMBAUT DE VAQUEIRAS

KALENDA MAYA – RIMBAUT DE VAQUEIRAS Dedicata alla festa popolare che celebra il ritorno della primavera, Kalenda Maya è scritta in lingua d'oc, parlata nel XII secolo nella Francia del sud, la Provenza 1 Calendimaggio né foglie di faggio né canti di uccelli, né fiori di gladiolo mi sono graditi, 4 Proverei difficilmente gioia se mi separassi da voi mio Bel Cavaliere, nella disperazione, da quando non si rivolge da nessun altra parte il mio cuore né mi lascia andare via il mio desiderio, perché non desidera altro. I lusinghieri , lo so, sarebbero soddisfatti, mia donna, altrimenti non troverebbero pace. 1.2 o nobile e felice signora , finché io non abbia un rapido messaggero della vostra bella persona a raccontarmi nuovi piaceri porteranno Amore e gioia; 2 e mi reco da voi, vera donna, e lasciatemi schiacciare e colpire il geloso , prima che io parta da qui. Mia bella amica per Dio non sia che uno fuori per la gelosia mi derida a mio danno otterrebbe caro prezzo

Giovani e vecchi

Guido Guinizzelli Caro padre meo, de vostra laude non bisogna ch’alcun omo s’embarchi ché ’n vostra mente intrar vizio non aude, che for de sé vostro saver non l’archi. A ciascun reo sì la porta claude, che, sembr’, ha più via che Venezi’ ha Marchi; entr’ a’ Gaudenti ben vostr’ alma gaude, ch’al me’ parer li gaudii han sovralarchi. Prendete la canzon, la qual io porgo al saver vostro, che l’aguinchi e cimi, ch’a voi ciò solo com’ a mastr’ accorgo, ch’ell’ è congiunta certo a debel’ vimi: però mirate di lei ciascun borgo per vostra correzion lo vizio limi. Guittone d’Arezzo Figlio mio dilettoso, in faccia laude non con descrezion, sembrame, m’archi: lauda sua volonter non saggio l’aude, se tutto laudator giusto ben marchi; per che laudar me te non cor me laude, tutto che laude merti e laude marchi: laudando sparte bon de valor laude legge orrando di saggi e non di Marchi. Ma se che degno sia figlio m’acorgo, no amo certo guaire a•tte dicimi, ché

LA LIRICA CORTESE IN EUROPA

Trovatori, trovieri e minnesänger A partire dall'anno Mille la nascita delle nuove lingue nazionali favorì la produzione della poesia lirica. S i aprirono scuole e università, gli "Studia" medievali che favorirono lo scambio di cultura al di fuori di ambiti ecclesiastici e monastici. Mentre in Italia si sviluppò la civiltà dei Comuni, in Francia si allargò sempre più il concetto di corte: era come un'isola di civiltà e cultura, in cui si svolse una vita autonoma, slegata spesso dalle vicende politiche e dai conflitti religiosi, ispirata agli ideali di "cortesia" e della "cavalleria", fondata principalmente su un elegante cerimoniale, sull'omaggio galante, sul divertimento spensierato. L'atmosfera di questo mondo rifluì in quella produzione tipicamente cortigiana e aristocratica che è la lirica trovadorica.    Nella Francia meridionale, nelle regioni che avevano conosciuto la massima fioritura del canto gregoriano si originò l'